Il trasformismo pittorico del giovane artista pugliese Nunzio Lobasso

di Vincenza Fava.  Nato a Foggia ventisette anni fa, il giovane artista pugliese Nunzio Lobasso ha già alle spalle numerose personali maturate dopo anni di studio e di approfondimento di importanti tecniche pittoriche, dal Realismo all’Impressionismo, dal Cubismo al Surrealismo. L’artista è riuscito, nella sua continua ricerca, quasi  abissale, a trovare uno stile personale ed autentico che lo porta a raffigurare volti e corpi, oggetti e paesaggi in un ventaglio di fantasmagorici colori accompagnati da incisioni significative su tavola e tela che diventano un marchio, un segno di riconoscimento indiscutibile. La scomposizione anatomica dello spazio e dei corpi avviene per una netta presa di posizione nei confronti dell’arte e quindi della vita stessa: nulla di superficiale o di effimero (la fotografia o l’arte figurativa hanno già fatto tanto in tal senso), il pennello e la sua unione eterna con la tela (ad indicare la continuità, l’infinito temporale che ci dona l’agire pittorico) raggiunge il magma imperioso dell’anima umana. Ed è proprio il particolare scelto che viene messo in evidenza per una speculazione filosofico-artistica sul senso stesso dell’esistenza carnale e spirituale ad un tempo. Della donna viene messo in evidenza il seno oppure l’occhio: la sensualità sposa l’intelletto o viceversa, l’erotismo artistico nasce dalla contorsione del segno, dalla linea feconda, dall’incisione. Il bipolarismo umano trova la sua completezza nel segno e nel colore. Una sorta di metodo induttivo sensibile e raffinato che si conclude nell’elaborazione di figure ancestrali, primitive e al tempo stesso contemporanee. Lo straniamento deriva dall’accostamento automatico di forme umane, materiali ed animali per condurre l’occhio del fruitore in un mondo altro, sotterraneo, quasi impercettibile eppur ben presente. Immagini silenziose che riescono perfettamente a comunicare  e a provocare una specie di ipnosi suggestiva di rara intensità. E poi l’uso di cerchi, spirali, linee rette e curve come simboli metafisici che trascendono la precarietà umana e la mera vita terrena. Come dire, Nunzio Lobasso è riuscito a fare dell’arte pittorica un’espressione autentica ed originale della propria anima e di riflesso dell’ “anima mundi”. da: Italia Sera